favole rivisitate:la principessa del pisello

Si narra che , molti anni fa, in un Regno Incantato dove tutto cominciava col “c’era una volta”, ci fosse un Principe che voleva sposare una Principessa. C’è anche adesso, nessuna novità. Tuttavia, siccome , al tempo, non c’era face book e tutti si facevano i fatti propri, c’era una obiettiva difficoltà a verificare il curriculum vitae delle candidate per cui pare che il Principe , stanco e sfiduciato da giri infiniti alla ricerca di una beneamabile di sangue blu, se ne fosse tornato al Castello da Mammà. La Regina, che, come tutte le protosuocere ( NdR dicesi di colei che sta per diventare suocera ovvero stranetta e bigonza), non è mai uno stinco di Santa, era tuttavia felice che il suo Straprotetto fosse tornato sotto la sua giurisdizione.

Il meteo del castello dava tempo buono per la notte, ma visto che non ci pigliava mai come anche ai nostri tempi, quella notte si scatenò un temporale: i lampi si incrociavano, il tuono brontolava, cadeva una pioggia torrenziale. Non si era mai vista una Bufera così. Qualcuno bussò alla porta del castello e il vecchio Re si affrettò ad aprire. Qua viene legittimo un sospetto: se il Re va a aprire la porta significa che lo hanno degradato a maggiordomo e, se lo hanno degradato a maggiordomo, vuol dire che si è già fumato a femmine il patrimonio di famiglia. Come accade, spesso, in molte buone famiglie del regno, la Regina è molto arrabbiata ma, essendo di sangue blu, non lo dà a vedere perché spera in matrimonio buono per le stanche casse e si deve fare furba.

Alla porta appare una Principessa affermando di essere tale. Qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa ci fa, di notte, da sola , una principessa senza seguito e senza uno straccio di ombrello che se ne esce dicendo: -sa, stavo passando per caso poi si è messo a piovere-. A dire la verità era bagnata fradicia e scarupata alquanto per cui la Regina , allarmata, si affrettò a preparare il test genetico poi passato alla storia: prese venti materassi , li stese uno sopra l’altro sul pisello, e vi aggiunse ancora venti piumini.

Era quello il letto destinato alla Principessa sconosciuta. La Principessa venne accompagnata nella camera che le era stata destinata e si coricò con qualche difficoltà poiché salire venti materassi non è impresa da poco. Ma, per quanto fosse sfinita dalla stanchezza, non riusciva assolutamente ad addormentarsi. Da qualunque parte si girasse, sentiva sempre qualcosa di duro che le dava fastidio.
L’indomani mattina, il Re la Regina e il Principe bussarono alla sua porta, le diedero il buon giorno e le chiesero come avesse passato la notte. – Male! Molto male! – ella rispose – Non ho potuto chiudere occhio! Dio solo sa quello che c’era nel letto! Era qualcosa che mi ha fatto venire la pelle livida. Che supplizio ho dovuto sopportare per tutta la notte! Ho provato a guardare fra le lenzuola. Ma non ho trovato nulla. Il Re, la Regina e il giovane Principe si diedero uno sguardo d’intesa: dalla risposta della fanciulla essi avevano capito che si trattava di una vera Principessa! Ella aveva infatti sentito un pisello attraverso venti materassi e venti piumini. Chi mai, se non una vera principessa, una principessa di sangue blu, poteva avere una pelle così delicata e sensibile? Il principe, convinto ormai che si trattava di una giovane di sangue reale, la scelse subito come sposa. Il pisello fu messo nel museo,scrive Andersen, l’autore di questa fiaba, dove credo si trovi ancora, a meno che qualche persona non lo abbia portato via. Ecco, bambini, vi ho raccontato una storia vera, vera come la bella principessa. La favola di Andersen è bellissima e assolutamente attuale. Ricapitoliamo, però, la morale della favola: il Principe non è un’Aquila di guerra, da solo non acchiappa, fa quello che gli dice Mammà e su questo non ci piove.

Piove sulla Principessa presunta tale che si presenta già bagnata. Come se non bastasse è una formidabile ballista, cosa provata dall’affermazione di essere livida, di non essere riuscita a trovare che cosa ci fosse tra le lenzuola ma di essere sicura di averlo sentito duro . Il principe ci casca immediatamente e la sceglie in sposa, d’altronde all’inizio si diceva che aveva già girato parecchio per locali senza rimediare niente , tradizione che si perpetua oramai da secoli. La Regina doveva avere, nella notte, mandato un Camerlengo a scoprire se la principessa teneva o no un Papà sfondato di soldi ed acconsente tacendo. Il Re osserva la scena con lo sguardo del gatto col sorcio in bocca e rimette il Pisello nel museo da dove lo avrebbe recuperato poco dopo. Del resto come in tutti i racconti che si rispettano, chi è il colpevole se non il Maggiordomo che era pure amico di un Andrologo?




la prostata è permalosa

Presupponiamo in molti di sapere cosa sia la prostata ma , a beneficio dei distratti, ricordiamo che trattasi di organo non strettamente necessario ma utilissimo alla attività sessuale. La sua asportazione, senza soffermarci sui perché e percome questo accade , non ha ripercussioni particolari sulla vita. Possiamo togliere le tonsille, le adenoidi, l’appendice, la milza, un pezzo di stomaco o di intestino, il frenulo e il prepuzio senza per questo vivere sensibilmente di meno.

La prostata e le vescichette seminali hanno il compito di produrre il liquido spermatico il quale , presso la congiunzione con il deferente ( tubo che porta gli spermatozoi prodotti dal testicolo), colà passando durante l’orgasmo, aspira gli spermatozoi per depressione e li porta, come noto, all’esterno. Tradotto in termini più comprensibili si comporta come l’iniettore di un diesel. Sta di fatto, quindi, che tale organo sia utile come del resto sanno coloro che hanno dovuto levarla. Tali soggetti non possono perciò eiaculare anche se mantengono il beneficio del piacere che condisce tale situazione, sempre che siano ancora in grado di avere erezioni naturali o aiutate da farmaci noti e meno noti.

Appare chiaro come un corretto uso e manutenzione dell’organo in questione sia assolutamente tra le cose da farsi per mantenere efficienza ed efficacia. Il problema comincia da qui. Il creatore, nella sua infinita saggezza, non aveva previsto che l’uomo si sarebbe organizzato ad allungarsi la vita per cui nella progettazione dell’organo non era stata prevista una durata in garanzia superiore di molto ai 50 anni ma, soprattutto,non era stato prevista l’invenzione della sedia.

La postura seduta è inequivocabilmente frutto dell’ingegno umano tendente a stare più comodi e faticare meno tanto che la maggior parte degli uomini vive e lavora seduto. Il fatto è che tale posizione mal si concilia con l’organo il quale , pigiato dal peso del tronco sopra una sedia o un sedile, pur essendo molto resistente, finisce spesso per infiammarsi e dare segni di sé con un corteo di sintomi ben noti che vanno dal fastidio semplice al dolore con la febbre, specie facendo la pipì. Poi, altra cosa nota, è il fatto che una volta che si è infiammata, anche se curata a dovere, tende a reinfiammarsi con una notevole dose di permalosità al semplice utilizzo di quelle due o trecento cose tra alimenti ed alcolici beveraggi che hanno la capacità intrinseca di “ riscaldare” nel senso di provocare una reazione negativa dell’intestino. Quali sono? E’ semplice, stilate una lista delle cose più buone e più pesanti che conoscete e che vi piacciono e li trovate tutti là.

Sta di fatto che sia una semplice prostatite nelle sue varianti (acuta, subacuta, cronica, batterica, abatterica, etc,etc ) sia l’ipertrofia prostatica benigna ( che di per se stessa, essendo un semplice aumento di volume correlato con l’età , non ha nulla a che fare con l’infiammazione) con la prostata dobbiamo fare i conti. Ma non possiamo aspettare i cinquant’anni perché, dall’esame del liquido seminale di soggetti anche molto più giovani si reperta , sempre con maggiore frequenza, la presenza di segni diretti ed indiretti di infiammazione associata ad una diminuzione della qualità degli spermatozoi e, questo, praticamente in assenza di sintomi. Ciò potrebbe significare che il processo infiammatorio della prostata comincerebbe ben prima del sintomo e che potrebbe avere correlazione con la fertilità maschile. Tale ipotesi è stata ed è oggetto di studio tanto che pare provata l’associazione tra infiammazione prostatica e aumento dei radicali liberi, noti per essere la bestia nera per gli spermatozoi. Forse sarebbe meglio mangiare in piedi cosine leggere con molta acqua. Non gassata.




Il Leone è il Re della foresta

Il Leone è il Re della foresta. Non ha altri predatori al di fuori dell’uomo e degli altri leoni.

Guarda caso il leone è un animale che, per compiere un rapporto sessuale completo di eiaculazione ci mette , al massimo, due o tre secondi. Viene alla mente che ci debba essere una ragione biologica.

Vuoi vedere che, mettendoci poco, anzi, pochissimo, c’è un vantaggio di qualche genere?

In effetti, a ragionarci, in termini di evoluzione, il tempo passato nei sollazzi riproduttivi offre le terga al predatore ovvero ci potrebbe rimettere la pelle. Verosimile, perciò, che la selezione abbia, in qualche modo, favorito le caratteristiche di velocità di esecuzione.

L’Homo Sapiens ne aveva molti di più, di predatori, a cominciare dai suoi simili, poi c’era il Leone, la Pantera, la Tigre, l’Orso, il Coccodrillo, i Serpenti velenosi e compagnia dicendo. Anche qui è verosimile , quindi, che se selezione naturale si è compiuta sui tempi di eiaculazione dell’Homo da cui, pare, discendiamo, essa debba essersi indirizzata a selezionare “i velocisti” esattamente come per il Felino Praecox di cui sopra.

In termini evolutivi, sempre fatta eccezione per i suoi aggressivissimi simili, è molto poco tempo che l’uomo campa senza i predatori circolanti intorno a casa per cui appare , ancora, verosimile che la selezione dei rapidi si sia fermata. Che l’uomo, oggi, ci metta un secondo o un’ora poco importa alla riproduzione, essa va avanti lo stesso. Tra diecimila anni sarà ancora, esattamente, così, avremmo previsto. Salvo una variabile non secondaria introdotta ad arte.

Su un libro molto antico si legge che il Creatore pare abbia , usando una costola dell’uomo, creato il primo OGM della storia la quale , come la Leonessa, ha badato, per secoli, alla cuccia e ai cuccioli. L’Esperimento Genetico è andato benone per moltissimi anni. Poi, non si sa mai con gli esperimenti dove si va a finire, gli effetti collaterali a distanza si sono fatti sentire ed è cambiato tutto. In nome dell’uguaglianza e di altre considerazioni sostanzialmente politiche tant’è che a tuttoggi non se capisce ancora l’opportunità, l’OGM di cui sopra ha avuto gli stessi diritti dell’uomo anche se pare non proprio tutti gli stessi doveri. Ed è cambiato tutto.

Sta di fatto che le ultime generazioni sono state bombardate di messaggi sociosessuali tali per cui l’uomo deve avercelo , vai a sapere perché, molto grosso e gode appieno della sessualità solo se anche l’OGM si dimostra satollo e soddisfatto.

Purtroppo il Creatore non aveva inserito nel progetto “Homo Sapiens” il sistema di controllo dei tempi di eiaculazione per cui, salvo alcuni fortunati che hanno, non si sa come, tempi adeguati a satollare sempre e comunque l’OGM, la maggioranza ha ereditato la velocità del progetto originale.

Ovvero ci mette al massimo tre o quattro minuti. Il meccanismo assomiglia molto al sistema per cui si suda quando fa caldo. Qualcuno riesce, per caso, a posticipare la sudata? Non sembra.

Ma l’uomo, di fronte alla bisogna, è anche stato svelto a reagire e, cerca cerca, ha trovato una sostanza, un additivo, che allunga i tempi di eiaculazione. Per la verità sta anche cercando di fare a meno della donna clonando se stesso ma solo perché è vendicativo. Molto vendicativo.




HPV e fertilità ( da Sanità news)

IL PAPILLOMA RALLENTA LA MOTILITA’ DEGLI SPERMATOZOI

Il Papilloma virus (Hpv) che nelle donne causa il cancro del collo dell’utero e’ un problema anche per l’uomo; nei casi in cui riesca ad annidarsi nel nucleo degli spermatozoi, ne rallenta la motilita’ provocando l’infertilita’ maschile. La scoperta è stata fatta dal Centro di crioconservazione dei gameti maschili dell’azienda ospedaliera di Padova e il risultato e’ stato presentato ad Abano Terme, nel convegno congiunto della Societa’ italiana di fisiopatologia della riproduzione (Sifr) e della Societa’ italiana di andrologia e medicina della sessualita’ (Siams). Il direttore del Centro, Carlo Foresta ha spiegato che questo virus e’ presente negli spermatozoi degli uomini infertili e puo’ rivelarsi una delle cause dell’infertilita’ stessa’ dal momento che la sua presenza altera le caratteristiche degli spermatozoi. Se tali spermatozoi venissero utilizzati per tecniche di fecondazione in vitro potrebbero inoltre comportare il passaggio del Dna virale nell’ovocita, con mancanza di sviluppo dell’embrione e quindi della fecondazione stessa.